Varzo

Veduta di Varzo dall'alto (foto STUDIO RDS)

Principale centro della val Divedro, Varzo sorge sul versante sinistro della valle. Con le sue 53 caratterstiche frazioni e i circa 2200 abitanti che lo popolano, è fra i comuni più estesi dell’Ossola. Situato lungo la via del Sempione, il paese è ed è stato un’importante tappa e punto di ristoro per i numerosi viandanti e mercanti che transitavano per il valico del Sempione.
Il nome “Varzo” ha un’etimologia di origine celtica e deriva dal termine “vargo”, ossia “varco”, allargamento nella valle, denominazione che è andata poi mutandosi nel latino “Vartio-Vartium”.
Il santo patrono è San Giorgio, che campeggia al naturale nella parte destra dello stemma comunale. Esiste una versione locale della leggenda di San Giorgio, secondo la quale il cavallo del santo, che lo conduceva a difendere l’alpe Veglia dalle invasioni da oltre confine, spiccò poderosi salti lungo il percorso, lasciando impresse le impronte degli zoccoli in vari punti, dove sono tuttora visibili.
Il centro storico è in stile medioevale. Caratteristiche sono la Torre di segnalazione in pietra (XIV secolo) e la chiesa parrocchiale con facciata e campanile in stile romanico.

La Torre Medioevale è una costruzione massiccia, in pietra di granito, situata a fianco del municipio, nel cuore del centro storico. Esisteva già nel 1300 quando furono redatti gli Statuti della Valle. Insieme ad altre torri sparse sul territorio ossolano era luogo di vedetta e segnalazione, oltre che punto di ristoro per i cavallanti addetti al trasporto delle merci oltre il Sempione nel XIV secolo. Recentemente restaurata, oggi è utilizzata come sede di mostre d’arte, conferenze ed eventi culturali.

La Torre Medievale
La chiesa di San Giorgio

L’imponente chiesa di San Giorgio fu costruita intorno all’anno 1100, su un preesistente edificio romanico e successivamente ampliata e rimaneggiata nel 1300 e 1540. In origine, in posizione cenrale, al posto dell’attuale triplice finestra, si trovava un rosone, come era consuetudine dell’epoca. Il vestibolo davanti alla porta maggiore fu aggiunto intorno al 1650. All’esterno si trovano alcuni degli affreschi più antichi. Tra di essi si può intravedere, a destra del protiro, una figura di San Franscesco, che alcuni storici individuano come una delle prime immagini del santo in Piemonte e datano intorno al 1300. L’imponente scalinata antistante la chiesa fu edificata nel 1845.

I sentieri bassi di Varzo

4 facili percorsi che si sviluppano attorno al paese sfruttando vecchi sentieri e mulattiere, attrezzati con pannelli illustrativi delle specie animali (cervi, caprioli, tassi, volpi), cui sono intitolati, e realizzati in collaborazione con il comparto Caccia VCO 3. Non di rado lungo i vari percorsi gli stessi animali si possono incontrare e ammirare. I sentieri non risultano direttamente collegati tra di loro ma il collegamento si realizza comunque grazie al fatto che tutti, in partenza o in arrivo, incrociano i sentieri uffciali Cai.

Il sentiero dei caprioli

Dal piazzale alto della frazione di Coggia si sale, lungo la vecchia mulattiera, sino alla frazione di Nava di fuori. Durante la salita si attraversano i rii Blanca e Pontone e si tocca la frazione di Cornu di fuori. Da Nava di fuori si passa a Nava di dentro e da qui si inizia a scendere toccando via via le frazioni della Fontana, di Tuirigetta, di Turiggia e della Villetta, attraversando il rio Rosciollo e ammirando le cappelle della Fontana, dei Rovi e della Villetta per poi arrivare infine in località Lincio.

Il sentiero delle volpi

Dalla piazza della frazione di casa Stefanino si sale con un percorso a saliscendi lungo il tracciato di vecchie mulattiere sino a raggiungere la località Raguzzo. Da qui, sempre su una ripida mulattiera, si sale sino alla chiesa di San Carlo. Dopo un breve tratto in salita lungo la carrozzabile che porta a San Domenico si imbocca la strada detta della “Ciapèla dla Mora” (Cappella della Mora), con la quale si arriva sino alla frazione di Bertonio dove ha termine il sentiero.

Il sentiero dei tassi

Si imbocca la mulattiera che parte sulla sinistra della chiesa della frazione di Cattagna e, sempre seguendo la vecchia mulattiera si continua a salire sino alla chiesa della frazione di Durogna. Il percorso deve attraversare due volte la strada carrozzabile e tocca una sola località detta “I Crist”. Dalla chiesa del Calvario si imbocca la mulattiera di destra che porta sino alla frazione di Cimavalle. Da qui si prosegue verso sinistra sino a raggiungere la costa di estrema sinistra della frazione “Cia Granda” da dove, in prossimità di una fontana infossata nel terreno, si imbocca il sentiero che, dopo aver oltrepassato il rio Ri, dove si può ammirare un vecchio mulino, porta sino alla chiesa della frazione di Coggia, dove termina il percorso.

Il sentiero dei cervi

Dalla località Salera, che si incrocia salendo lungo il tracciato F8 del catasto sentieri, si sfrutta il sentiero ripristinato da un gruppo di volontari che, passando dalle località Pontone e “pian da Rei” e attraversando i rii Pontone e Blanca, arriva in località Baratta, da dove, lungo la vecchia mulattiera, si scende alla “Muraa”, alla “Balmella” e infine a Coggia.

Il nostro territorio

La valle Divedro si apre a nord di Domodossola, sulla destra idrografica della Toce, dove questa riceve le acque del torrente Diveria. La valle divide idealmente le Alpi Pennine dalle Lepontine e geograficamente termina al Passo del Sempione. Il confine politico si colloca invece a circa 16 Km dall’inizio della valle, pertanto gran parte del bacino della Diveria è in territorio elvetico.

Trasquera

Il paese, a 1096 m, è posto sulle pendici del Teggiolo in posizione panoramica: eccezionale la vista sul gruppo Weissmies e sulla catena dell’Andolla. La Chiesa Parrocchiale, dedicata ai SS Gervaso e Protaso, si trova prima di giungere all’abitato, isolata e a sbalzo sulla rupe che incombe su Varzo.

San Domenico

Frazione alpina del Comune di Varzo, San Domenico è situato a 1420 m di altitudine su un altopiano adagiato tra le pendici montuose che delimitano la Valle Cairasca. È una delle ultime località dell’intero arco alpino dove è ancora possibile vivere la montagna nella sua essenza.

Alpe Veglia

Magnifica conca di origine glaciale, costituisce la testata terminale della Valle Cairasca. È circondata da un’ininterrotta catena di montagne sulla quale corre il confine italo-svizzero e culmina infine con l’imponente cima del Monte Leone.
I valichi che incidono la cresta spartiacque non sono del tutto agevoli e l’unica facile via d’accesso è il versante sud-est.

Sempione

Il Passo si apre a quota 2006 metri e divide le Alpi Pennine da quelle Lepontine. A sud-ovest si trova il poderoso massiccio del Fletschorn, che per pochissimi metri non è annoverato tra i “quattromila” delle Alpi; a est la catena del Leone, la cui vetta non è visibile dal Passo.

Solcio

Solcio è un grosso alpeggio che si trova ai piedi di un vallone incassato e solitario. Il toponimo descrive il luogo: dal latino “sulcus” e dal dialetto “solch” col significato di solco, una profonda ruga nella montagna che si perde in alto nelle pietraie del Cistella, una delle montagne più belle dell’Ossola, celebrata da poeti e scrittori.